Negli ultimi anni l’industria tessile e della moda sono andate sempre più alla ricerca di fibre naturali che per essere prodotte non richiedano l’uso di sostanze chimiche inquinanti per l’ambiente o nocive sulla pelle.
Il bambù (o bamboo dall’inglese) è una pianta sempre verde che cresce rapidamente arrivando a maturazione in 4 anni. Per la crescita necessita di sola acqua, della quale richiede solo 1/3 della quantità rispetto alla pianta di cotone. Non avendo parassiti naturali viene coltivata senza bisogno di fertilizzanti chimici, possiamo quindi definirla come coltivazione naturale e a basso impatto ambientale. Rispetto ad altre piante assorbe molta più anidride carbonica e rilascia molto più ossigeno.
Il filato di bambù è una fibra di pura cellulosa, antibatterico, traspirante, morbido, al tatto come la seta, 100% biodegradabile, non rilascia sostanze tossiche e protegge dai raggi UV. Mantiene la temperatura corporea ad un giusto livello, in genere uno o due gradi al di sotto della norma. Possiamo quindi classificarlo come “quattro stagioni”: caldo d’inverno e fresco d’estate.
È antibatterico perché contiene un agente anti-microbico chiamato “bamboo kun”, il quale blocca naturalmente la proliferazione di batteri, compresi quelli che provocano i cattivi odori.
Dato che assorbe molta umidità, la fibra di bambù è particolarmente idonea per la biancheria intima.
I capi in bambù sono più igienici e rimangono più profumati e più freschi.
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